di Maurizio Doro
Reportage di viaggio
18-07-2000
Siamo andati a trovare Maurizio ma abbiamo trovato la sua casa come una giungla inestricabile, dovevamo "zigzagare" tra copertoni, portapacchi, liofilizzati ... per trovare un posto a sedere.
21-07-2000
Noi ti auguriamo con affetto un buon viaggio e
IN BOCCA AL LUPO!!
31-07-2000
Sono finalmente arrivato a Manali dopo ben 17 ore di bus.Un viaggio allucinante fatto di grandi salti, per causa di buche e curve sulla strada, e con le ultime 7 ore sotto la pioggia. Provate ad immaginare le condizioni del pacco di cartone contenente la mia MTB, quando lo ho scaricato dal tetto del bus era una poltiglia e mi è rimasto tutto in mano.Stanco , stravolto per il viaggio ed erano le 4 di mattina .Che goduria. A Manali (m 2050) piove tutti i giorni. Partirò domani (1 Agosto) non appena avrò montato la bici e sicuramente farò il primo tratto di strada fino al passo ROHTANG LA di m 3978 sotto la pioggia, poi i monti dovrebbero fermare i monsoni.
Aggiornamento alla prossima da LEH.
Ciao Maurizio
Leh 07-08-2000
Questa mattina sono arrivato a Leh dopo 84 km di falso piano, ma ci volevano perché ho fatto veramente fatica. Quando pedalo sopra i 5000m si sente che manca l'aria e mi fa un po' male la testa, però sono molto soddisfatto perché ho percorso i 515 km che separano Manali da Leh in 6 giorni, quando solitamente ce ne se impiegano 8-9. Ho fatto quasi 8000 m di dislivello ed il primo passo lo ho fatto completamente sotto la pioggia ad una temperatura di 7° C impiegandoci 6 ore e 1/2. Sugli altri passi Baralacha-La(m 4890) , Lachlung-La(m 5035) e il Taglang-La(m 5365) la pioggia mi ha risparmiato, ma il freddo si è fatto sentire. La strada è abbastanza buona, ogni tanto si incontrano lavoratori per la manutenzione incatramati fino alla testa, solo una frana a 50 km da Leh che impedisce alle poche auto e ai camion di passare ma non alla bici che ho scaricato e trasportato per 100 m oltre la frana. Il passo più duro,il Taglang-La (m 5365) mi ha fatto soffrire molto e mi sono fermato diverse volte esausto, porto un carico di circa 40-45 kg, e dopo 9 ore sono arrivato nel paesino di Rumtse. Era notte e ci sono arrivato pedalando con il faretto sulla testa su un tratto di strada molto brutto, tesissimo, con la paura di sbandare e finire in qualche burrone. Le zone sono aridissime ed a 4500 metri ho incontrato un santone che viaggia per l' Asia con solamente una coperta ed una ciotola. Era assetato, gli ho dato da bere dell'acqua ed anche qualche cosa da mangiare. I primi due passi, Baralacha-La e il Lachlung-La erano di 50 km e 55 km di salita e durante il loro percorso ho tagliato il copertone posteriore nell'attraversamento di un torrente. Fortunatamente mi ero portato quello di scorta
Ciao Maurizio
Leh 08-08-2000
Oggi qui a Leh è tutto chiuso ed io con altri turisti siamo stati rinchiusi in albergo e non si sa bene il perché. Sono informato che ci sono stati degli scontri nella zona, ma nel pomeriggio tutto era normale a parte le saracinesche dei negozi chiuse e molti militari per le strade. Domani(09-08-2000) tenterò di salire ,anche in caso di brutto tempo, il KARDUNG-LA (m 5602) con la bici caricata con il minimo indispensabile. Partirò dai 3550 m di Leh e dopo 2100 m di dislivello e 45 km di strada sarò sul passo. passo.
Alla prossima al ritorno dal KARDUNG-LA
Ciao Maurizio
Leh 10-08-2000
Ieri dopo 5 ore di MTB sono arrivato sul passo carrozzabile più alto del mondo il KARDUNG LA di 5602 metri. L'emozione che ho provato, sia nella sua salita e quando sono arrivato in cima ,era tanta che mi sono commosso. Non sarò il primo e nemmeno l' ultimo MTbiker che compie questa avventura in solitaria , ma la soddisfazione è tanta. Sono stato fortunato perché il tempo ieri era bellissimo, ma per ogni evenienza e in caso di cattivo tempo mi ero portato il necessario per la permanenza in quota, il resto del materiale l' avevo lasciato in hotel. La discesa dal passo verso Leh è stata molto veloce ,ho impiegato solamente 1 ora e 1/2. Sono le ore 7:47 (in Italia le h 4:17) e mentre sto scrivendo questo reportage fuori piove. Tra 30 minuti ho deciso di partire verso KARGIL e se la strada è buona spero di arrivare in serata a LAMAYURU sotto il passo di FATU LA (m 4147) sono più di 100 km. Da adesso in poi i collegamenti per nuovi reportage saranno più difficili, ma appena possibile cercherò ti tenervi informati sulla continuazione della mia spedizione.
Ciao Maurizio
Kargil 12-08-2000
Partito da Leh (10-08-2000) mi avvio verso Kargil e quel giorno pedalo molto per circa 7h30 percorrendo 103 km e1050m di dislivello,ma non riesco ad arrivare a Lamayuru Decido di fermarmi in un paesino, sembra di frontiera un postaccio Khalsi, trovo a malapena un po’ di riso freddo e delle patate bollite. E’ buio e pianto la tenda vicino a quelle di lavoratori nepalesi che mi offrono del tè e mi aiutano a piantare la mia. La notte piove violentemente, ma sono al sicuro sotto la mia tenda. La salita verso Lamayuru è un serpentone interminabile, sotto il sole caldo che mi ha scottato le mani facendomi perdere sensibilità nella parte finale delle dita.
L’ambiente è aridissimo ed ogni tanto incontro pastori con asini carichi di arbusti e sterpaglie da usare in inverno. Ma dove le troveranno che qui non c’è un filo d’erba?! Moltissimi sono i militari che passano con i camion e molti graduati con medaglie e nastrini colorati, pure paracadutisti passano con le jeep lucidissime e graduate pure loro, mi fermano e offrono anche del chiai (tè con latte in polvere, può sembrare strano ma in India e quasi impossibile trovare il latte) .Chiedo della situazione ma mi rispondono “no problem” tutto sotto controllo (parlano molto male dei Pakistani e mi dicono di dire in Italia che il Kashmir e Indiano), però io vedo elicotteri sorvolare spesso le zone e aerei militari passare in coppia .E poi su ogni piccola cima o collina ci sono postazioni armate con collegamenti radio. Io passo e mi sento osservato c’è un po’ di tensione ma i militari sono amichevoli con me
A Lamayuru si trova un antico monastero situato in una zona molto impervia e isolata è affascinante e provoca un effetto di pace e serenità. E’ abitato da poche decine di monaci e anche bambini che imparano la religione buddista e alla mia vista sono incuriositi dalla telecamera e mi assalgono. Mi fermo diverse ore in questo luogo e parlo con i monaci più anziani, mi parlano della loro situazione lontano dal Tibet e mi dicono di fare attenzione avvicinandomi a Kargil ed entrare nella Zanskar Valley, ci sono un po’ di tensioni e la zona è ad alto rischio di conflitti e disordini. Il mio cammino riprende e supero il passo Fatu La di 4100 m ( il più alto sulla strada Srinagar Leh) e passo una notte nel piccolo villaggio Bodh Kharbu presso una casa di contadini buddisti. Il giorno dopo salgo l’ultimo passo prima di Kargil il Namika La di 3718 m. In prossimità della grande città si respira un aria di incertezza e poca serenità, siamo a pochi km dal confine Pakistano e nei localini lungo la strada dove mi fermo a bere del tè mi raccontano che diverse volte negli anni c’è stata l’invasione dei Pachistani e sono dovuti fuggire e lasciare tutto, ma poi ritornavano perché ci sono le loro terre, le loro case.
A Kargil città tutta mussulmana (molte barbe lunghe e poche donne) fa caldo e sono uno dei pochissimi stranieri, sono qui dopo 840km e 13000 m di dislivello.
Da oggi inizia la seconda parte della mia spedizione, arrivare in MTB fino a Padum per poi proseguire a piedi (con dei muli o cavalli per trasportare i viveri e la mia bici) fino a Darcha e quindi chiudere il cerchio fino a Manali.
Ciao a tutti Maurizio
Manali 24-08-2000
Rieccomi
Ieri nel primo pomeriggio sono arrivato a Manali ed ho portato a termine la spedizione. Sono in una vibrazione totale. Non ho potuto comunicare prima perché a Padum non c’era la possibilità neppure per una telefonata. Ad ogni modo in 4 giorni da Kargil (2850 m) sono arrivato a Padum, il tempo era bello, la temperatura non è mai andata sotto i 10°C ed ha piovuto pochissimo solamente la notte. Ho fatto molta fatica perché la strada dopo i primi 40 km semiasfaltati è diventata una pietraia spaventosa e polverosa (250 km e 2200 m di dislivello).
Il primo giorno ho attraversato numerosi villaggi di contadini con tanti bambini che mi rincorrevano e mi chiedevano “one pen one pen “, un vero stress. La zona è a maggioranza mussulmana e nell’aria si sentiva abbastanza tensione, anche perché erano stati di recente uccisi tre monaci e un tedesco che viveva nel paesino da molti anni , ma si dice per questioni di pascoli. Sono stato attaccato anche da 3 cani molto grossi e mi sono difeso con la catena di ricambio della bici, ma fortunatamente pochi minuti dopo un pastore mussulmano sbucato dal nulla li ha cacciati. Me la sono vista brutta.
Ho fatto l’ultimo passo il Pensi La (4400 m) con fatica sui sassi e sono arrivato verso sera in un piccolo villaggio di buddisti che mi ha ospitato per la notte è stato un bel contatto con i locali che mi hanno offerto patate, jogurt e piselli, scarseggia anche il riso (forse ho perso qualche kg).
A Padum (3700 m) un paesino ben fornito ho trovato una guida con 2 cavalli e del cibo per fare la traversata della Zanskar Valley che ho portato a termine in 6 giorni . Sono andato molto veloce. E’una zona molto speciale dove ci sono diversi piccolissimi villaggi di buddisti e coltivano piselli patate e frumento. Sono isolati completamente dal resto del mondo e vivono in case fatte di sassi e argilla si scaldano con lo sterco di animale e si lavano pochissimo (ho preso tante pulci). In questa valle l’inverno è freddissimo e loro si rifugiano sotto la casa, sembra di essere nelle catacombe, ma è gente molto disponibile. La mia guida Tashi vive in uno di questi villaggi e una notte l'ho passata con la sua famiglia che mi ha trattato come una persona molto importante (anche se tra noi si parlava poco, era un piacevole silenzio ed io mi sentivo molto sereno). Dopo i primi 2 giorni di cammino (8h al giorno) Tashi non si è ammalato e al suo villaggio Testa l’ha sostituito il fratello Jiorda molto maturo ed esperto e di grande aiuto. Abbiamo camminato molto (36h e 2500m di dislivello) e gli ultimi giorni io ero veramente stanco.Incominciava ad uscire la stanchezza totale. Il quinto giorno abbiamo dormito a 4600 metri di quota, la notte ha fatto molto freddo quasi 0°C, ma io ero molto coperto.
Il passo Shingo La (5100 m) ha richiesto grande impegno anche per i cavalli che sembrano danzare tra i sassi e sui ponti di pietra e sugli strapiombi. Jiorda con una maestria unica mi prepara da mangiare riso patate cipolle che con delle spezie acquistano un sapore particolare e gustoso. Mi prepara il pane ogni mattina il “chiapatti” che trovo verso le 7 di mattina quando esco dalla tenda, lo fa con un niente,farina ed acqua su una piccola piastra.
L’ultimo giorno mi consiglia di fermarmi prima di Darcha a Rarik(3590 m) perché il bus parte alle 6 di mattina ed è vuoto. E’ stata una buona idea perché ho preso il posto avanti e dopo sei ore di viaggio ho raggiunto Manali.
Sono contentissimo e libero. Un grosso abbraccio e un grazie a tutti.
Ciao Maurizio
ARCO 01-09-2000
Eccomi ritornato nella mia mansardina, mi dondolo sull'amaca e riposo ascoltando musica; non prima di aver fatto diverse lavatrici e sistemato tutte le varie cose usate nella spedizione. Ho portato parecchio materiale filmato e fotografico e nelle prossime settimane preparerò il reportage dettagliato ed il film.
Voglio ringraziare con un grande abbraccio tutti gli appassionati che hanno seguito questa avventura, mi hanno incoraggiato e sostenuto con i loro messaggi e-mail.
Un grazie sincero a:
FRANCESCO, MARZIA, MAURIZIO che hanno tenuto i collegamenti.
Ed ai miei sponsor :
MONTURA
VIDEOGARDA
SUPERMARKET DELLA CALZATURA DRO
GRAFFITI 2000
con affetto alla prossima avventura, MAURIZIO