COLORADO TRAIL RACE "CTR"
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"IL MOSTRO"
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START DURANGO partenza 28 luglio 2019 ore 4:00 (Italia 12:00)
Distanza: 900 km Dislivello: 21.000 m+ Quota max: 4000 m
Difficoltà da 1 a 10: 9
 






















21 Luglio 2019
 
PERCHE’ HO SEMPRE CORSO E STO ANCORA CORRENDO?
 
Sono salito nella mia piccola mansarda e mi sono seduto davanti al pc per scrivere alcuni pensieri prima di partire per il Colorado, riflettendo e sbirciano tra foto e scritti, foto ho trovato degli appunti che avevo già scritto diversi anni fa, e con piacere noto che il contenuto non si allontana da quello che volevo scrivere adesso.
 

"Da bambino correvo sempre, non facevo gare, ma correvo, correvo.
Quando dovevo arrivare in un qualsiasi posto o fare una qualsiasi cosa dovevo arrivare per primo, e correvo, correvo.
Spesso inciampavo e cadevo, o semplicemente urtavo qualche cosa, naturalmente rompendola.
Ero un bambino spericolato e distratto, ( ironia della sorte… lo dice sempre, di se stesso, anche mio figlio Andrea…)
Non so cosa dovevo dimostrare, ma era sempre una sfida e spesso l’avversario era la mia sorellina.
 
Primo a svegliarmi.
Primo a lavarmi i denti.
Primo a mangiare.
Primo a toccare la porta.
Primo a prendere il pallone.
 
Sempre primo e che litigi se la mia sorellina imbrogliava qualche volta, lo faceva apposta per farmi sentire un perdente, lei che di sport proprio non ne ha mai voluto praticare .
UUUUU, tutto di corsa e il più veloce possibile.
Oggi prendo una pausa, mi giro e vedo la fotocopia nei miei figli… aiuto, rimango a bocca aperta.
Crescendo poi, ho continuato… non a vincere… quello mai… ma ad allenarmi, con il piacere del gusto alla fatica, del non fermarsi mai.
Mi piaceva fare tutto il possibile in poco tempo e da solo.
Sempre a sognare a progettare, a rincorrere questi sogni…
Correndo.
 
Nessun obiettivo di primato, nessuna velleità di piazzamenti, anche se nel mondo ho fatto tante belle gare che mi hanno gratificato e dato molte soddisfazioni.
Impegnarmi sempre al massimo era il grande obiettivo, quello si, sempre, assolutamente si. Principalmente per un rispetto innanzitutto a me stesso, poi a tutte le persone che mi davano fiducia sostenendomi e aiutandomi nelle mie varie “ricerche estreme”
Mi piaceva quello stile di vita, rincorrere il tempo, sentirmi sempre pronto quando “l’avventura” chiamava.
La mia vita da atleta era così organizzata:
per 20 anni ho abitato da solo ed ogni mattina mi svegliavo molto presto per preparare la colazione, poi al lavoro in bici, nella pausa pranzo correvo in piscina, finito il lavoro, in base al tempo disponibile facevo bici o corsa, mentre il sabato e la domenica naturalmente allenamenti lunghi e massacranti.
E tutto questo “pesante lavoro” era condito con la normale amministrazione dell’esistere: supermercato, banca, posta, negozi, visite, relazioni, cucinare, pulire, lavare ecc.
Sempre di corsa, sempre…”in prima linea”.
 
Primavera.
Estate.
Autunno.
Inverno.
 
Adesso in questi giorni che precedono la mia partenza per la gara in Colorado, gli amici mi chiedono:
sei pronto?
Sei ben allenato?
 
Io sorrido e dico:” i Naturaider sono sempre pronti”.
 
Poi ci penso e mi dico: “ma cosa significa per me essere pronto, cosa è diventato per me l’allenamento…cos’è?”
Sono oramai 8-10 anni che non conduco più una vita d’atleta puro, da quando è nata la mia seconda figlia Greta, che ora ha 11 anni, non seguo più tabelle, riferimenti, tempi, ripetute, circuiti.
Non ho mai smesso però di fare le mie avventure-esplorazioni e qualche gara in MTB.
Non sono più attratto e non faccio più allenamenti specifici, forse a 56 anni ho perso anche un po’ di “mordente”, oppure solamente, ora abitando in Sardegna il mio spirito ha scoperto un altro mondo avventuroso, qui si può ancora esplorare, ogni giorno c’è una “collina” e la voglia di andare in cima per vedere cosa c’è oltre mi è rimasta ancora, mi gratifica  e placa la mia fame di curiosità.
Ogni giorno per me è un’avventura nuova.
E così inconsciamente ogni giorno è un allenamento nuovo.
Proprio dietro casa, 50 m e sono su sentieri sterrati, ho un sacco di campi di battaglia personali, i miei campi di battaglia, uuuuu che spettacolo.
Quando esco, in bici prevalentemente, lo faccio per dare una “bastonata” alla mia memoria di atleta.
Ogni tanto faccio giri ad anello di 100-150 km, a volte prendo il treno e mi sposto di qua e di là per l’isola e poi torno a casa facendo circa 200-250 km con un buon dislivello e in autonomia completa.
Quest’isola ancora selvaggia è li che mi aspetta per mettermi ogni volta alla prova e regalarmi emozioni.
 
Gps?
Doppio…obbligatorio…
Sui percorsi, nessun cartello e nessuna presenza umana…. telefono ko
Non è allenamento questo?
 
Anche a casa poi, ho un sacco di cose da fare che mi hanno modificato dall’essere un atleta, mi nutrono di un piacere immenso, mi fanno sentire coccolato, e contrariamente non mi tolgono energia, ma me ne aggiungono alla mia, sono il giardino, l’orto, la legna da tagliare, e poi seguire i figli negli studi, nelle loro attività, e vederli correre verso la vita.
Anche loro stanno diventando dei piccoli atleti….Andrea 13 anni pratica la pallanuoto a tempo pieno, Greta 11 anni fa atletica e si dedica molto alla chitarra, (ah si, dimenticavo, sempre correndo anche loro, naturalmente)
Ecco questi sono i miei allenamenti quotidiani.
 
In bici?
ci so già andare!... abbastanza bene anche.
Perché devo insistere, allenarmi assiduamente in bici e portare via tempo ai miei nuovi piaceri e obblighi giornalieri se già ci so andare?
Per quello che progetto e sogno non serve un allenamento troppo mirato.
Il bagaglio di esperienza che ho accumulato nell’avventura, come in tutte le cose è la sicurezza, la fiducia e la consapevolezza sulle proprie capacità e dei propri limiti.
Certo, ci sono delle avventure molto lunghe e particolari che non possono essere improvvisate e richiedono una preparazione adeguata.
In Colorado, per i 5-6 giorni che ho preventivato, l’avventura sarà sicuramente molto impegnativa, visto anche le condizioni pessime di quest’anno, ed io voglio affrontarla, sicuramente non da turista, ma dando il massimo sfogo a tutta la mia “follia”.
 
Voglio giocare e divertirmi con i miei amici “folli”.
Sicuramente sarò “bastonato” a dovere… ma è quello che cerco e desidero la difficoltà, il duello… la battaglia, altrimenti starei a casa.
Dov’è il gusto?
Ogni esploratore crea e crede in ogni sua teoria.
 
Qui in Sardegna non ho potuto simulare la situazione che troverò in America, freddo, temporali, venti, alta quota, fango, torrenti, neve.
Purtroppo qui sono a livello del mare e le temperature in questi mesi sono torride, per questo motivo uscivo il mattino presto prima dell’alba.
E’ una sfida anche questa, sarà un’esperienza impegnativa e sofferta portare il mio corpo impreparato in un’ambiente completamente diverso da quello in cui abito, mentre la mia mente cercherà di gestirlo per portarlo il più possibile integro alla fine.
In quest’avventura cercherò di viaggiare, pedalando e camminando il più possibile per percorrere i molti km di alcune sezioni del Colorado Trail, nel minor tempo possibile, infatti ci saranno dei tratti lunghi fino a 300 km dove sarà impossibile rifornirsi di cibo… non voglio rimanere in quei tratti per molto tempo e consumare troppi viveri.
 
Una parte dell’allenamento, che io considero molto importante, è stato giocare anche con la resistenza della mia psiche.
Come regalo, per la preparazione a questo evento questa volta le ho fatto un bello scherzetto, l’ho martoriata di notte.
Per circa un mese a giorni alterni, le notti prima di uscire per l’allenamento in bici, mi svegliavo ogni ora scendevo le scale nel dormiveglia, andavo in cucina e bevevo mezzo bicchiere d’acqua… era un notevole impegno certo, ma tutto sommato non era neanche male, con la scusa che faceva caldo ehehe…
Questo 5-6 volte per notte…che sfida.
 
So che in Colorado quest’anno sarà sicuramente una gran battaglia al limite dello sfinimento, non ho delle aspettative, non le ho mai quando vado in “avanscoperta”, perciò senza nascondermi e con serenità, considero ed accetto anche la possibilità di essere sopraffatto e sconfitto da qualche mia debolezza.
Naturalmente lotterò per non concedere questo.
 
Avrò fatto una buona preparazione?
Sarà l’ultima zampata del vecchio leone?
 

La Vita è un’Avventura, ma anche un Cin Cin.
 
Ciao Mauri
 
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